Nascita
di Victor Attilio Campagna
Placida onda,
Non con sciabordare
ma col passare
inerpichi te
sulle scogliere
ed è qui che il sole
batte come vento.
È fuoco che arde
sulla pietra – il resto
tace –
è una lotta
sulla terra:
nudi sulla nudità;
bagnati dall’estasi
delle mani.
Ve ne state avvinghiati,
acqua e fuoco;
il giudice inerte
osserva,
con la solita freddezza invita
le mandrie respirate
a staccarsi
solo per riprendere
ancora.
Da pubblico
la sabbia,
l’amica sabbia,
che tanto l’acque ama,
e il vento,
che tace
quando il sole passa.
Il fiato da ultimo
annoiato
siede sul pietrisco;
in un catino si raduna
il loro sudore,
biancastro e schiumoso;
“la nudità eccita
urla e si dibatte,
cade e salta,
non ferma in lode s’avvicina.”
Così urlano, così
pensano.
I giorni passano,
ma la nuda lotta
imperterrita
spare e compare,
continua,
invano il tempo s’avvicina
a sussurrare:
“Ferma, è Luna!”
Perché fuoco e acqua
già giacciono stanchi
sulla terra spoglia,
spogli anche loro:
sono veri;
le loro cosce
infinite,
(il suo seno limpido,
la sua bocca carnosa,
il suo sorriso d’altura,
la sua mano pesante):
sono nudi,
uomo e donna,
donna e uomo,
coscienti della loro stanchezza,
in mano
hanno unito il seme.
Nacque solo un viso:
nacque quel che si dice
Afrodite
dalla spuma dell’acqua
e dalle mani del sole;
già nata
sapeva dell’Amore.
(innato l’istinto
maturava una carezza).
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