Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

mercoledì 27 agosto 2008

Ny

di Norberto Giffuri

Ponzare in Bryant Park, un'alcova, nell'ora tarda
Tra quattrocento tue braccia lanciate al cielo
Nel tuo costato viaggiare poi
In filanti hotdog multirazziali
Respirando il tuo respiro caldo
Che trasuda dai tombini indiani
E s'invola tra pareti verticali
Tra prospettive ammalianti
Sporca e luccicante
Emerge la tua skyline
Dalle polveri del novecento
Per questo sei incommensurabile New York.

Per questo sei incommensurabile New York
Per i tuoi accostamenti impossibili
Di campanili barocchi specchiati in gabbie di vetro
Di aiuole fiorite sotto titani d'acciaio
Di hobo schiantati sulle vie del lusso
Di auto immobili dentro un tunnel piastrellato.

Accostare l'orecchio al vuoto
Dalla terrazza a capofitto nella notte
Ascoltare il tuo eterno mormorio
Di gatta sorniona
Che accoccolata sosta inquieta
Nella formicolante babele di strade.
Per questo sei incommensurabile New York.

venerdì 1 agosto 2008

In partenza

Liège Bastogne

Nello zaino della schiena
Il sacco a pelo sgualcito
Memore di ogni viaggio
Da mio fido compagno
I vestiti calibrati
Al periodo di tempo
Preventivato, più o meno
(al massimo si lava)
Qualche passatempo
Libri, carte da gioco
Per i tempi morti.
“E’ ora di andare”, mi dicono.
Ma senza volerlo
Mi si incolla addosso
Lo zaino che volevo lasciarmi alle spalle
Lo zaino del cervello
In cui trovo i miei pregiudizi
I miei metri di giudizio
I ricordi, e ciò che lascio in patria
E già mi assale una nostalgia preventiva.
E già mi accorgo di essere in errore.
Invidio a volte l’apolide
Che pure è una ben strana creatura
Una mela meno il melo
Un cavaliere errante, un novello Orlando
Non so se furioso o innamorato
(o entrambi)
Un viaggiatore senza casa,
Un viaggiatore senza memoria
Rimane un viaggiatore?
Il senso dell’andata
E’ sempre nel ritorno.