Mastico verità come caramelle gommose
di Rina Xhihani
Anche i santi sparlano*
nei libri sacri,
come potrei io, con le stelle,
non calunniarti?
Abbandonata per una luna
che gioca con le bambole,
mentre in una stanza-
spoglia- ragionavo di follia!
Non ho mai saputo giocare,
io.
Maledetta estate!
Vedo teste gonfiarsi
e scoppiare come bolle di sapone,
il loro chiacchiericcio, sparso nell'aria
superfluo
come l'ammiccamento di genitali rotti.
Fuggo nella notte,
con perfidia leggo alla solitudine
favole di religione e pederastia
-sparlo di te con l'inconscio-
e poi, ecco,
la notte è troppo lunga
nella stanza dalle grandi finestre;
leggo favole di Krsna e droghe
e ragazzi della California,
con i capezzoli turgidi
per la moltitudine
ancora da scoprire.
Studio i nomi dei sette cieli**,
sapendo che nessun cielo è utile
quando si cavalcano
ombre di nubi sull'asfalto,
e di tanto in tanto
penso al tuo corpo nudo
che spruzza gli stessi giuramenti eterni
dentro la corona umida
della tua nuova regina.
E lei, oh lei gioca ancora con le bambole.
Non ho mai saputo giocare,
io.
Da bambina mi chiedevo sempre:
"Sarò il cosciotto più delizioso per Dio?"
Sono ancora qui, a bollire
dentro il grande pentolone sacro***.
Ho l'anima incommestibile!
Alla finestra ascolto
sempre lo stesso silenzio,
come il gorgheggio
di un mistero mai svelato,
lo sbadiglio di un dio-bambino
annoiato sulla sua amaca d'aria scura.
Mastico le verità
come caramelle gommose,
aspettando il perfetto vuoto
oppure
solo domenica.
*Miriam che sparla di Mosè
** secondo la religione ebraica, ci sono sette espressioni che indicano il cielo nei testi sacri ed ognuna di esse serve ad indicare una funzione
** R. Shimon b. Jochai diceva: Io dichiaro che cielo e terra furono creati come una pentola ed il suo coperchio
- ascolto -