Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

domenica 24 aprile 2011

Vivi modestamente

di Ezechiele Lupo

Sulle scale ho pensato
che almeno una volta io ho provato,
che almeno una volta sono stato così
Mentre tu mai

Che almeno una volta, tante volte,
ho paralizzato la pancia
Immaginandomi la tua, sempre tesa e contratta
Ma la tua veramente era serena

Ho pensato che, va bene, non sei nulla
Ma sei un nulla molto concentrato
E questo è un pregio
Degno d’interesse più del nulla diluito tutt’intorno

Ho immaginato i tuoi occhi guardare a ovest
Cercare di svegliarsi dal mio sonno
Perché tu sei senza sonno e vivi modestamente
La tua felicità

E invece io, (tu e io, ecco che il poeta si rivolge al lettore)
Io mi fisso, inoculo una specie di sproporzione
O leggo semplicemente
Ricorrendo a tutto ciò che di speciale c’è

Sulle scale ho pensato che non mi senti
Ed è molto inutile che parlo
Piccolo concentrato di vita e di nulla.

lunedì 4 aprile 2011

Fine dell'antipasto

di Ezechiele Lupo

E quando non sarai più chiusa nella tua scatoletta,
piccola sardina senza spine?
Ritroverai anche sott’olio,
facilmente la strada del mare?

Compressa come sei tra le amiche
Fianco a fianco piccola sardina
Appiccicata nel sonno occidentale
Strappata sempre troppo tardi alla madre.

Troverai un posto per te?
O finirai in una torta salata?
In un’insalata?
Fa davvero paura lasciare la latta.

Ma tu, piccola sardina, di che sai?
Qual è il gusto che hai deciso di essere?
Forse troppo male non sarai.

Dove sarai quando i rebbi ti caveranno fuori?
Sei nata in scatola, già morta.
Risorgere dall’iper-vita, verso la vita.