Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

sabato 20 marzo 2010

Attorno alla morte. (sogni dal monolocale)

di Norberto Giffuri

Stavo seduto in un salotto, un salotto anonimo del quale ricordo solo una tavolo tondo di noce e quattro sedie attorno. E un divano bianco, e sul divano bianco ero seduto io. Altro non ricordo se non il crepitare del fuoco in un camino che mi era precluso alla vista. Del fuoco c'era solo il rumore, la luce calda, il calore: ma non la presenza.

Stavo seduto, lo sguardo fisso a terra, pensieroso. Non pensavo a nulla di particolare, ma ero assorto. Poi d'un tratto mi sono girato e accanto a me sedeva un uomo. Mi disse: “Finalmente ti sei accorto. Ero qui da un bel pezzo.” Mi assomigliava: la sua voce aveva il timbro della mia, il suo volto i miei lineamenti, il suo corpo la mia forma. Forse ero io, ma non so dirlo con certezza.


Poi ricordo che guidavo la mia auto nella notte lungo una strada tortuosa di montagna. Il lato sinistro della strada dava nel vuoto, in basso, lontano, un lago chiudeva una valle che risalendo le pendici delle montagne si apriva come come ali di gabbiano. Guidavo veloce, mosso da impazienza. La linea di mezzadria correva nel centro del mio sguardo, muovendosi sinuosamente come un serpente corallo. Improvvisamente la strada piegò verso destra, una curva interminabile. La mia auto andò in sottosterzo e i fari puntarono dritti il guard rail. Poi venne lo schianto, il guard rail cedette e si fece vuoto sotto di me. Centinaia di metri più in basso giaceva il corpo nero del lago, imbrattato da un pulviscolare di riflessi. Ora era la gravità a guidare la mia auto, dritta verso le acque increspate e fredde. Realizzai che stavo per morire, che il momento era giunto, inopinato e fatale. In caduta nella notte, verso un buio più profondo, soppesai gli ultimi istanti. E accade così che il tempo si dilatò, il momento dell'impatto scomparve all'orizzonte degli eventi, divenne un punto nero remoto. E capii che la morte era scongiurata, che avevo vinto la morte, ora e per sempre, che in punto di morte la salvezza sarebbe giunta aprendo semplicemente gli occhi.

Così aprii gli occhi ed era un nuovo giorno.