Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

venerdì 1 agosto 2008

In partenza

Liège Bastogne

Nello zaino della schiena
Il sacco a pelo sgualcito
Memore di ogni viaggio
Da mio fido compagno
I vestiti calibrati
Al periodo di tempo
Preventivato, più o meno
(al massimo si lava)
Qualche passatempo
Libri, carte da gioco
Per i tempi morti.
“E’ ora di andare”, mi dicono.
Ma senza volerlo
Mi si incolla addosso
Lo zaino che volevo lasciarmi alle spalle
Lo zaino del cervello
In cui trovo i miei pregiudizi
I miei metri di giudizio
I ricordi, e ciò che lascio in patria
E già mi assale una nostalgia preventiva.
E già mi accorgo di essere in errore.
Invidio a volte l’apolide
Che pure è una ben strana creatura
Una mela meno il melo
Un cavaliere errante, un novello Orlando
Non so se furioso o innamorato
(o entrambi)
Un viaggiatore senza casa,
Un viaggiatore senza memoria
Rimane un viaggiatore?
Il senso dell’andata
E’ sempre nel ritorno.

9 commenti:

Il giudice sul mulo ha detto...

Anche a Liège si augura una corroborante estate.

Anonimo ha detto...

Chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quel che lascia ma non quel che trova. Si eundum est, eatur. Bella Lige.

Anonimo ha detto...

Un giorno le nostre strade si scontreranno, caro Mimmo. E saranno certamente vecchie o certamente nuove. Io guiderò un Tir e tu un tagliaerba da giardino. A quel punto saranno certamente cazzi tuoi. E non provare ad usare il latinorum nella costatazione amichevole. Posto che non è affatto scontato che entrambi sopravviviamo allo schianto, ti posso assicurare che sarà un'esperienza ben poco amichevole.
I ad culum tuum copulandum!
FT

Anonimo ha detto...

Frenk, secondo me ce l'hai corto.

Anonimo ha detto...

Frenk sei proprio un cretino. Direi un cretino patentato, ma cosi ti darei l'ilusione di poter guidare un tir. secondo me invece avresti problemi perfino con un triciclo. Vai a dare via il culo che secondo me ti riesce bene. Ossequi.

Anonimo ha detto...

Scusate ma questi battibecchi cosa centrano con la bella poesia di Bastogne? Rimaniamo sul pezzo, signori: restiamoci tenacemente. La poesia ha una struttura quasi da canto leopardiano, sviluppa un pensiero, svelando un'idea scaturita dal sentimento: l'inadeguatezza di lasciare qualcosa che si può chiamare casa. Un'inadeguatezza umana, tremenda e presente: così solida da sembrare l'unico pensiero possibile, l'unica possibilità dell'anima umana. Ogni viaggio sembra essere un gioioso Inter-Rail, che è insieme un mostruoso Zahir. Il viaggio inadeguato attraverso l'inadeguatezza umana: che è poi l'insostenibile pensantezza dell'essere così, presenti sempre, in questo modo, così umano.

Anonimo ha detto...

Debbo dire alcune cose:
a micheal lungafava dico che i latini avevano ragione su molte cose, ma non sulla questione del nomen omen. Io ce l'avrò pure corto, ma questa tua insistenza su apparati sessuali che puoi solo agognare mi indica una mancanza più profonda. Coniglio.

a patrizio vanagloriosi vorrei invece dedicare un pensiero più articolato. Vai a spompinare quella cloaca massima di tua madre che piscia in piedi dai tempi del liceo... quando pigliava falli quanto inzaghi in una partita di champions. Sei un povero idiota. Ti auguro una morte stupida almeno quanto te. Tipo di esser schiacciato da un triciclo guidato magari da me. La gente ti caga in bocca quando vuole, perchè buon sangue non mente, sei il continuatore di una stirpe di infami rotti in culo e la tua storia può certamente esser sintetizzata nella mmerda. Detto questo, mettiti un raudo nel culo, che è l'unico modo per sentire una botta e cacare qualcosa di meglio assortito delle stucchevoli banalità che scrivi. Infine, uno dei tuoi duecento papà, ti avrà anche insegnato qualcosa di buono, mi auguro...beh, vedi di seguire quel consiglio premurandoti di non inquinare il mondo col tuo seme malsano e portatore di rovina. Fai schifo all'idea medesima di secchio ricolmo di vomito.

ad ezechiele lupo: io sono sul pezzo, tenacemente. E da tempo. Non è colpa di nessuno se in questi luoghi le banalità si sprecano. Al proposito, un dito medio di solidarietà lo riservo ancora per mimmo, il pierferdinando casini dei blog letterari. E cmq nell'interrail non c'è niente di gioioso, a parte gli stronzi che tentano di forzare il tuo scompartimento per scavallarti il portafogli.
cordialità

Anonimo ha detto...

Eh, ma che volgarità! Sono costernato. Questo una volta era un luogo cordiale e decente, non un ricettacolo dei peggio facinorosi. Signor Lupo, faccia qualcosa o perderà lettori. Distinti saluti.

Anonimo ha detto...

Ce n'è di brutta gente in giro.