Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

martedì 19 ottobre 2010

Carteggio telematico del 16 ottobre corrente anno

Asincheraglia, 16 ottobre 13:41

Io scrivo quotidianamente, storie che dovrebbero destare le coscienze. La fame nel mondo, la Russia autocratica. Meglio e più di Santoro, che a regime risponde regime.

Il problema è che non è Era per noi. Nel tempo ho parlato malissimo del Pd, sempre e comunque. Ma oggi ho realizzato che io sono il Pd. Io, fortissimamente io, lacerato come tutto il Pd in una volta. Marchionne o fiom? futuro o diritti? Israele o Palestina? Liberismo oppure no? Se no, cosa? Vendola? Bersani? Populismo poetico o pragmatismo spoetizzante? Crescita? Decrescita? Nucleare? Riscaldamento globale o verità? Privatizziamo? Fuori dalle mie finestre si manifesta. Vado? tollero l’egemonia di motti irrazionalideologici? Difendo diritti diventati anacronistici, oppure sto a casa, in silenzio, e appoggio una porzione di umanità ricca che ha sempre fatto pesare sugli altri i tempi moderni?

Alla fine non sono io a dover decidere, e mi quieto. Ma ogni dubbio, che nel Pd si diluisce nell'organismo freddo composto da tante anime faziose, in me pesa sempre e solo su di me. Per noi non è più tempo perché siamo soli. Irrimediabilmente. Caro Norberto, siamo implosi, e ogni dubbio che coltiviamo con l'illusione di redimerci non fa che condannarci. Non abbiamo più voce, né orecchie, i cinque sensi in generale non se la passano benissimo. Ecco perché abbiamo bisogno di estensioni artificiali che rendano la nostra realtà espansa, e comunicabile. Ecco perché bramiamo gli oggetti, le protesi, che Steve Jobs, Mark Zuckerberg, Bill Gates, Larry Page, inventano per noi.

Ma non ho un iphone 4 in regalo per te, mi spiace.

Tanti tanti auguri.


Norberto Giffuri, 16 Ottobre 22:18

Ma è mai esistito un tempo per noi? Un tempo per me? Conoscendomi io sarei stato al mare durante i giorni di Robespierre, avrei seguito l'ascesa del nazionalsocialismo da dietro una finestra, avrei udito il boato dell'atomica distante, lontano, e non sarebbe stato più squassante di una rullata di batteria suonata dal mio ipod. Io non so aderire. Ad un certo punto scuoto la testa, sempre. Se la libertà è davvero partecipazione allora ho compreso perché mi sento ingabbiato. Se la vita verace è insensata passione allora comprendo che il mio giudizio, la mia misura, sono i miei secondini.

Io voto Pd con riserva, mi innamoro di una donna con riserva, credo nei rapporti umani con riserva, mi sbronzo con riserva, penso, mi infurio, bestemmio e scopo con riserva.

E non capisco se tutto questo è colpa del mio tempo o è soltanto colpa mia.

Non capisco e intanto mi chiudo in casa, nel silenzio, in solitudine, la sera del mio compleanno, per cercare di riflettere leggendo Borges e suonando con la chitarra mentre fuori - e mi permetto di parafrasarti - c'è un mondo che gira indipendente.

A presto.

5 commenti:

Leonard Turcomanno ha detto...

Una provocazione (lo so che è una provocazione), ma è giusto per alimentare il dibattito, che spero v stia a cuore, anche in considerazione del fatto che avete scelto la forma dialogica, che è quantomai forierà di confronto e dibattito. E se fosse davvero questa l'inazione, tanto stigmatizzata su questo sito? A voi la palla. E complimenti per gli spunti sempre interessanti che ci offrite. Leonard.

Norberto Giffuri ha detto...

Se non fosse per l'inazione questo blog avrebbe un post al giorno. Hai centrato il problema, caro Leonard.

Matusalem Paguri ha detto...

Caro Norberto, io direi che la risposta al tuo interrogativo te la sei già data da solo. Non è il tuo tempo, è il tuo temperamento la causa del tuo prendere sempre parte alle cose con riserva. Lo dici tu per primo che ti saresti comportato allo stesso modo ai tempi del terrore rosso di Robespierre o della primavera hitleriana. Ed è proprio qui secondo me che sbagli - e spero che tu non te la prenda leggendo queste mie parole. Questo in realtà è proprio il tempo per te, se mai è esistito o esisterà un tempo per te o per "qualcuno". Perchè questo è il tempo in cui mai come prima tutto il mondo occidentale è caduto in un'assoluta apatia, diffidenza, scetticismo, abulia, distacco da tutto e tutti. Questo è il tempo in cui a nessuno è chiesto di partecipare, militare, aderire a niente - se non al proprio ruolo di consumatore globale di cibo, merce e simboli. Forse cambiano solo le motivazioni: le tue sono nobili, la tua è quasi una scelta filosofica, di distacco da un mondo inutile, di certo non idealizzabile (o comunque in ogni caso è una scelta, un posizione esistenziale, precisa e coerente). Per tutti gli altri è solo conformismo o peggio ancora ebetismo, passività, alienazione, omologazione, perdità d'identità. Ma il risultato è lo stesso: comunque lo si voglia vedere il nostro non è certo il tempo della partecipazione, dell'afflato collettivo, delle grandi idealità. "Non chiederci la parola che squadri da ogni lato [...] codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo". diceva Montale. E lo diceva peraltro, proprio mentre Hitler andava al potere. Qualcuno ha detto che la storia si ripete sempre due volte, la prima sotto forma di tragedia, la seconda sotto forma di farsa. E così, è se vi pare. Ma questa nostra farsa globale, assume sempre più i contorni tragici di un insopportabile dramma checoviano, in cui nessuno fa niente e indugia tranquillo e rassegnato, appagato della propria quieta disperazione in un limbo eterno ed anonimo.

Anonimo ha detto...

Vi conosciamo già, tutti e due. Siete vecchi come l'umanità stessa e altrettanto logori, senza però possibilità di remissione.
Avete presente gli "indifferenti" di Gramsci? Nascondetevi pure dietro il vostro cosiddetto "senso critico", la vostra "introspezione": quelli siete voi. Siete il peso morto della storia. Siete quelli che si riempiono la bocca di pomposità approfittando delle conquiste pagate col sangue di altri.
Si, altri. Quelli che voi, da tipici pseudo-sinistri, magari chiamate "trinariciuti", usando un termine coniato dal Guareschi fazioso liberale. E magari vi sentite promossi nel farlo, assolti dall'infamante accusa di "partigianeria" che nella vostra angusta mentalità borghesuccia si sposa meccanicamente con la "libertà" negata.
E così vi permettete il lusso di mettere nella stessa frase, accomunati, Robespierre e Hitler. Certo, voi siete liberi da ogni furore ideologico. Infatti nel 1794 sareste stati con Danton che voleva il suffragio censitario, o magari con la monarchia costituzionale. E sul finire degli anni '20 avreste appoggiato la SPD ce faceva sparare sui comunisti per difendere le SA.
Curioso: avete usato molti "-ismi", ma vi è mancato quello che più vi definisce. Qualunquismo. A dispetto dell'infarinatura sinistrorsa che vi sforzate di darvi.

Anonimo ha detto...

Fraza Anonimo, il gas della val Susa deve averti dato alla testa