Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

mercoledì 27 ottobre 2010

Mastico verità come caramelle gommose

di Rina Xhihani 

Anche i santi sparlano*
nei libri sacri,
come potrei io, con le stelle,
non calunniarti?
Abbandonata per una luna
che gioca con le bambole,
mentre in una stanza-
spoglia- ragionavo di follia!

Non ho mai saputo giocare,
io.

Maledetta estate!
Vedo teste gonfiarsi
e scoppiare come bolle di sapone,
il loro chiacchiericcio, sparso nell'aria
superfluo
come l'ammiccamento di genitali rotti.
Fuggo nella notte,
con perfidia leggo alla solitudine
favole di religione e pederastia
-sparlo di te con l'inconscio-
e poi, ecco,
la notte è troppo lunga
nella stanza dalle grandi finestre;
leggo favole di Krsna e droghe
e ragazzi della California,
con i capezzoli turgidi
per la moltitudine
ancora da scoprire.

Studio i nomi dei sette cieli**,
sapendo che nessun cielo è utile
quando si cavalcano
ombre di nubi sull'asfalto,
e di tanto in tanto
penso al tuo corpo nudo
che spruzza gli stessi giuramenti eterni
dentro la corona umida
della tua nuova regina.
E lei, oh lei gioca ancora con le bambole.

Non ho mai saputo giocare,
io.

Da bambina mi chiedevo sempre:
"Sarò il cosciotto più delizioso per Dio?"
Sono ancora qui, a bollire
dentro il grande pentolone sacro***.
Ho l'anima incommestibile!
Alla finestra ascolto
sempre lo stesso silenzio,
come il gorgheggio
di un mistero mai svelato,
lo sbadiglio di un dio-bambino
annoiato sulla sua amaca d'aria scura.
Mastico le verità
come caramelle gommose,
aspettando il perfetto vuoto
oppure
solo domenica.



*Miriam che sparla di Mosè
** secondo la religione ebraica, ci sono sette espressioni che indicano il cielo nei testi sacri ed ognuna di esse serve ad indicare una funzione
** R. Shimon b. Jochai diceva: Io dichiaro che cielo e terra furono creati come una pentola ed il suo coperchio

- ascolto -


17 commenti:

Gogo Bondello ha detto...

Sacro e profano, sacro e profano, sacro e profano, bambole e streghe,vertigini. Vertiginosamente comunicativo.
Ma apparte il sentimento, ciò che mi piace nelle poesie della poetessa è il fatto che esse sono come delle piccole enciclopedie: le leggi e senti il desiderio di riprendere in mano "i pederasti delle lettere", di prendere in mano i libri sacri. Ti spingono a studiare, a conoscere, a riflettere.

Un saluto

Sofia Giordano ha detto...

Salve a tutti! Considerata la mia attrazione fisica e spirituale per Rina, non darò qui un giudizio complessivo sull'opera perchè sembrerebbe poco oggettivo. Però ci tenevo a sottolineare un elemento stupefacente che mi colpì anche la prima volta che lessi la poesia: l'autore prova quasi piacere mentre adorna di aggettivi splendidi la sua rivale, vera o inventata che sia. La donna che le ha rubato l'uomo è "luna che gioca con le bambole", è "regina"; ma nonostante una tale rivale, ella non si preoccupa, trionfa la sua capacità d'occuparsi d'altro, della "moltitudine ancora da scoprire".

Filottete Tassinari ha detto...

Non mi raccapezzo: trattasi di larvata critica o di elogio, il suo commento caro Gogo Bondello?

Adalberto Svezzabisonti ha detto...

Cara Sofia una notazione molto interessante la tua.

Sdrugo Pol ha detto...

Da paura!!!

Rosalind ha detto...

Ciao Rina!questo testo ,rispetto ad altri tuoi che ho letto, è più particolare , uno tuo stile che non avevo ancora conosciuto.Mi è piaciuto perchè è accattivante,incalzante un alternarsi di rabbia e un pò di malizia.Ma trapela tra le righe anche una sensazione di orgoglio ferito, un sentimento che almeno una volta abbiamo affrontato e che ci modifica,purtroppo o perfortuna, ma è pur sempre un cambiamento.In quei momenti si pensa veramente " ho l'anima incommestibile!"
Questa protagonista sa la verità riguardo a sè stessa, la superiorità delle sue qualità, ma è come se per un attimo di follia le dimenticasse e preferisca masticare "la verità come caramelle gommose aspettando il perfetto vuoto oppure solo domenica."
Si viene travolti da vortici di pensieri e da questi "pettegolezzi con l'inconscio".
I miei complimenti

Jack Miller ha detto...

Non sono daccordo con Sofia, a mio avviso la poetessa nel richiamare le virtù della rivale, prova un "dolore piacevole" ma non un piacere vero e proprio...

Gogo Bondello ha detto...

Credo che si sbaglino, sia Sofia Giordano che Jack: qui non c'è compiacimento ovvero dolore compiaciuto, qui c'è verità maniacale, e tanta ironia:
"sarò il cosciotto più delizioso per dio" è questa la frase chiave di tutto. Se la protagonista se ne infischia quando si prende gioco del sacro, figuriamoci quanto le importi del profano

P.S riguardo alla domanda provocatrice di un signore di cui sopra, non ho niente da dire

Gennaro Omaccherone ha detto...

Aver l'anima incommestibile: è una delle più belle metafore che abbia letto negli ultimi tempi.

S. Baricchi ha detto...

Salve a tutti!
Questa poesia è così densa di significati che ci sarebbe bisogno di un lungo commento per ogni verso, ma in questa sede non è possibile. Se dovessi fare riferimento ai commenti che già sono stati fatti, direi che mi ritrovo in quello del vecchio G. Bondello. Non sono daccordo con Sofia quando dice che la poetessa è capace di pensare ad altro, perchè tutto il resto, è superfluo come "l'ammiccamento di genitali rotti", (verso geniale). Persino la verità diventa insignificante, come una caramella gommosa etc etc
Alla prossima

Tom Grattaporcello ha detto...

Che dire? Ci sono delle brillanti intuizioni, degli accostamenti inusitati, c'è la sensazione di trovarsi dinanzi a una personalità forte, una poetessa i erba che sa dove andare e come arrivarci, ma c'è anche tanto, tito, già visto. Continua su questa strada Rina, ma con più originalità. E' il mio consiglio. Tom.

rina xhihani ha detto...

Ringrazio tutti per essere intervenuti, ma soprattutto Tom, perchè la sua osservazione mi permetterà di parlare di un concetto che mi sta molto a cuore.
Un paio di anni fa, un amico, evidentemente stufo dei miei atteggiamenti, durante un intervallo, mi abbandonò nel giardinetto fumatori del liceo gridandomi: "Basta cazzo, non fare l'eroe Truffaut-iano (?)" Io non conoscendo Truffaut, gli tenni il muso per 5 giorni. Arrivò anche per me il momento poi di conoscere il grande regista francese, e guardando i suoi capolavori, con stupore e dispiacere mi accorsi di dire e fare cose veramente già viste. Però ci sono due modi di fare cose già fatte, uno consapevole ed uno inconsapevole- questo secondo modo corrisponde allo stupore dei bambini, ed io vorrei continuare a conservarlo ancora. Dunque caro Tom, sinceramente le chiedo scusa per la mia non-originalità, ma le assicuro che è una non-originalità autentica.

Jack Bestione ha detto...

Ta la svanghi di brutto Cara Rina, la tua poesia urla sensazioni nuovi, c'è empatia tra i nostri io poetici, sei davvvero forte, complimentoni! Davvero, lo riconosco subito quando una poesia vibra e guadagna spessore sin dalla prima lettura e la tua è cosi. Gran bella storia. Ora vorrei leggere la tua opera omnia. A presto.

Dama Bruna ha detto...

Tom Grattaporcello ha colto nel segno. Questo componimento, qua e là, disegna immagini spudorate e belle, ma altrove riempie il serbatoio dei luoghi comuni. E' un peccato, perché con rigore e intransigenza l'autrice potrebbe fare meglio, molto meglio.

Invece l’autrice si autoassolve, ed è qui che dissento categoricamente. Lo stupore delle cose ovvie nei bambini è giustificato perché di bambini giustappunto si parla. A loro è concessa un’ovvietà anagrafica, una creativa ignoranza, che niente dovrebbe spartire con lo sguardo di un autore che bambino non è più. Lo sguardo poetico deve mantenersi puro e stupefatto, nonostante l’ignoranza ormai diluita nel tempo, nonostante la consapevolezza che ci condanna. Solo una purezza che eviti scappatoie, faccia sintesi di tempo e conoscenza conservando freschezza e stupore, sarà davvero originale. Diversamente, si è prosaicamente infantili.

Le origini, poi, di tale originale non-originalità, cara autrice, non riguardano noi lettori, ma solo e soltanto lei. Così, le postille su come coltiva e interpreta la sua banalità non renderanno più o meno brillanti versi, parole e punteggiature già scritte.

Jack Miller ha detto...

Cos'è che l'ha fatta imbestialire tanto, cara Dama Bruna? Forse il fatto di scorgere della genialità non solo nella poesia ma anche nella vita della poetessa? Nella risposta a Tom Grattaporcello, lei ha unito ironia, saggezza zen con la parabola di Truffaut e dei suoi personaggi, ed inoltre si è anche sinceramente scusata per la mancanza di originalità che qualcuno ha colto. Cosa vuole di più?
Suo Jack

rina xhihani ha detto...

Dama Bruna, ma io sono un bambino e concetti come "intransigenza" e soprattutto "rigore" mi disgustano. Ad ogni modo io l'abbraccio e le faccio dono di questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=RdSGF_xiYGg

Anonimo ha detto...

"Ma io sono un bambino" è la risposta che darebbe Povia!

Sibilla Vana