Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

giovedì 17 luglio 2008

Joseph

di Norberto Giffuri

D'un tratto la cima
Trasecolati innanzi
Ad un più ampio orizzonte
Una vertigine di senso
C'appaga e dapprima,
Solo esausti, ora
Esausti ma redenti 
Da un sublime trasporto,
Così, 
Io e compagni
Facciamo a gara
A chi ce l'ha più puro,
Il Sentimento.

E se ci fosse stato Joseph
Ci avrebbe detto che questo gioco
Dai cattolici, i suoi, 
L'abbiamo imparato.

E poi Joseph avrebbe giocato,
E vinto. Joseph ha vinto sempre.

A Joseph la cima non sarebbe bastata,
Ci avrebbe voluto sopra,
Il suo bianco piedistallo.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Norberto,
lei è decisamente il migliore dei poeti che scrivono su questo blog e le sue due composizioni migliori sono senza dubbio "Siddartha" e "Il non ricordo". Decisamente.
A presto

Anonimo ha detto...

La ringrazio profondamente.

Anonimo ha detto...

Penso di aver intuito chi sia Joseph...

Anonimo ha detto...

Io no...
parlate più apertamente, chè il rischio di questo atteggiamento intellettualoide è quello di risultar autoreferenziali. Chi sarebbe Josef?
in fede (apertamente riformata)
Inno

Anonimo ha detto...

Credo che la lirica abbia un impianto metaforico: la salita alla cima è lo slancio verso Dio, Joseph è il gran capo dei cattolici che pretende sempre di essere un poco più vicino degli altri al Supremo.

Anonimo ha detto...

Racazzi fate i pravi, ke il temonio è sempre tra voi. Non cedete a le lusinche del relativismo e non fate sesso prima dei novantacinque anni (io non l'ho mai fatto per questo). Kordialità.

Anonimo ha detto...

Questo poesiola (che di più non si può definirla) è quantomeno oltraggiosa. Credo che il suo autoruncolo dovrebbe fare pubblica ammenda ed avviare un profondo cammino di espiazione con animo contrito e sofferente. O mi sbaglio? Perchè quando si esagera, si esagera. L'importante è capirlo.

Anonimo ha detto...

Oltraggiosa verso chi o cosa?

Anonimo ha detto...

Keep up the good work.