Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

martedì 17 marzo 2009

Tu sei romantico

di Norberto Giffuri

“Ti è poi arrivata quella chitarrina che hai comprato su ebay?”
“...ascolta...devi sapere che esiste un insieme di termini specifici per ogni disciplina e questo insieme prende il nome di linguaggio tecnico...ti avviso perciò che non esiste la parola chitarrina bensì, e sottolineo -PAUSA- bensì -PAUSA- il termine che dovresti usare è Ukulele. ”
“Insomma, ti è arrivato l'u-ku-le-le?” (SCANDITO, SILLABATO)
“Naturalmente no. L'ho ordinato solo due giorni fa.”
“...ah, sai bene che diffido dell'ecommerce, considerata la mia esperienza professionale sul campo...”
“Sì ok, ma la tua è stata una esperienza disgraziata e mi auguro unica....”
“Vabbeh, te ne racconto un'altra...”
“Sono tutto orecchi. Anzi, sono tutto padiglioni auricolari.”
“Ventidue dicembre, mattina: io e la segretaria stiamo aspettando il corriere per spedire quattro computer portatili. Il corriere arriva, un tipo mai visto prima, dall'accento slavo. Uno tranquillo, cosa strana per quel lavoro...”
“C'era una punta di razzismo nella tua pronuncia di slavo.”
“Tu dici?”
“Io dico.”
“Lungi da me.”
“Prosegui, dunque.”
“Dicevo, c'è questo slavo di merda che arriva e fa firmare la bolla...”
(INTERROTTO)
“Vedi che sei un fottuto nazista?”
“Dai che sto scherzando...”
“Sei uno di quelli che dorme con il Mein Kampf sotto il cuscino.”
“Sarebbe scomodo.”
“Cosa?”
“Il Mein Kampf sotto il cuscino...mi verrebbe la cervicale..”
“E allora Il Capitale?”
“Farebbe ancor più male. Abbiamo fatto la rima.”
“Perché?”
“Beh, è un bel tomo...sarebbe peggio dormici sopra...”
“Dici che ciò ha contribuito alla caduta del muro? Il fatto di non riposare come si deve?”
“Decisamente.”
“Ci buttiamo nella riscrittura della Storia?”
“No no, lo fanno già in troppi.”
“Già!”
“Già.”

(PAUSA)

“Ti stavo raccontando del fattorino slavo... firmate le bolle prende i portatili e se ne va. Poi arriva il Natale, mangio il pandoro, arriva Santo Stefano, mangio il panettone e poi il 28 torno al lavoro. Non faccio in tempo a sedermi alla scrivania che mi arrivano in rapida successione quatto telefonate da parte dei quattro clienti dei portatili... mi rinfacciano che ho rovinato loro il
Natale, che aspettavano il notebook per il 23 sera, che la consegna era garantita in 2 giorni dalla clausole del contratto e via di questo passo... liquido la cosa con mille scuse e chiamo il corriere... e sai cosa mi dicono?”
“Ovviamente no.”
“Scusa, ma perché devi rispondere sempre? Hai mai sentito parlare di domanda retorica?”
(SILENZIO)

“È una domanda retorica anche quest'ultima?”
“Sì, in parte.”
“Ecco perché non rispondevo.”
“Arguto. Comunque, chiamo il corriere e mi dicono che il fattorino slavo è sparito con il furgone e tutte le consegne, volatilizzato.”
“Beh, si sarà vendicato perché li pagano alla fame.”
“Sì, ma a parte questo, sai come mi piace pensare che sia andata a finire?”
“Come?”
“Io immagino questo tizio che col furgone carico punta dritto ad est, passa una, due frontiere, tutto liscio... me lo vedo dopo tre giorni di viaggio il 25 mattina che attraversa la steppa russa. Arriva in un piccolo villaggio con le case dai tetti a punta... accosta, scende dal furgone, entra in una casa, avanza nel corridoio e arriva in cucina dove sua moglie lo sta aspettando... si abbracciano, si baciano... poi lui si siede accanto al caminetto, la moglie gli poggia la bambina sulle ginocchia..e lui dice: sono tornato.”
(PAUSA)
“Tu sei un romantico, lo sai?”
“È una domanda retorica?”
“Forse...”
“Allora non occorre che risponda.”

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