Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

mercoledì 10 gennaio 2007

Colloqui alpestri (parte 2)

di Norberto Giffuri

Rientro in fretta e furia, di nuovo accolto dal buon tepore. Metto la pentola sul fuoco, il fornello borbotta un poco, poi la fiamma si stabilizza e ronza compiaciuta.
“Vediamo se l’acqua bolle prima, a queste altitudini!”
“Beh, in teoria sì…però ho messo sul fornello acqua gelatissima…ce ne vorrà a scaldarla..Sander?”
“Eh!”
“Ricordi l’esame di termodinamica? Tutti quei calcoli sull’ebollizione dei liquidi?”
“Sì…acqua passata, per fortuna.”
Nell’attesa della calata della pasta, mi concedo la lettura del diario di bordo della capanna. L’ultima annotazione risale ad una settimana fa. La prima è del marzo del 2001. I diari precedenti? Mi auguro conservati in qualche luogo sicuro, da mani fidate.
La tipologia standard dei messaggi è così schematizzabile:
“Mese x, Giorno x, Ore xx:xx. Siamo giunti fin qui dopo una faticosa scarpinata di ore x. Il tempo è bello/brutto, piove/nevica. Ci accampiamo per la notte. Domani salita alla cima xxx.” Seguono firme varie.
L’affettazione delle proprie capacità deambulatorie la fa da padrone…sfogliando le pagine noto che i record si susseguono: salita in 3,5 ore, poi 3, poi 2, poi 1 e mezza. Compaiono anche indicazioni temporali da gara di atletica: 1 ora e 18 minuti, 1 ora e 27 minuti(Personalmente ho impiegato quasi tre ore. Rientro negli categoria “lenti alla meta”).
Piacevoli variazioni sul tema occupano una buona metà del diario. Ma non mancano slanci lirici, deliri esistenzialisti(“L’esistenza non è un problema, bensì un mistero”) e prosa d’arte(questa no, fortunatamente).
Qualche umorista dispensa battute d’effetto per la posterità alpinistica. Tizio loda le donne del suo borgo. Caio encomia le donne tutte, tessendo l’elogio della femminil pudenda. Sempronio racconta di aver portato una polacca cattolica fin qui e di non averci combinato nulla.
Ovviamente lascio il mio contributo. Affetto, come sono, da lungaggine scrittoria (conosciuta anche come “elefantiasi letteraria”) ci impiego una mezz’ora. Nel frattempo la pappa è pronta.
(continua...)

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