Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

lunedì 14 aprile 2008

L'inutile poesia

di R. Castoro

L’inutile poesia inizia in allegria
Fra noia, imbarazzo e troppa sangria
Fra le gonne svolazzanti
E i culi parlanti
Dentro i bassi che sputano e grattano
E gli occhi nudi che guardano.
Nella notte, cara mia
Tu mi culli tuttavia
Surrogato di Leopardi
Maliziosa e ridicola mi guardi
Così fiati mescolati
Rimangono muti e inascoltati
Braccia lanciate nude e tese
Né sfiorate né prese
Invisibile e vulnerabile
Io clown inabile
Resto aperto fra formidabili utopie
E mille incomprensibili pazzie
Solo con te
Puttana assassina proiezione di me
E il vento tagliente
Che gela i pensieri nati e morti nella mente.

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