Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

domenica 8 marzo 2009

1992, Estate

di Norberto Giffuri

Il sole era enfio
L'Estate straripante
Battevano le campane Mezzogiorno.

C'era un silenzio teso intorno,
Dio e la dalia sotto il tiglio
Discutevano di brezza
Lei annuiva,
La testa coronata china.

L'intimo segreto di quel parlare
M'era celato.
Pavido, inane
Mi sciupavo nell'indolenza.

Di quell'Estate
Questo frammento solo ho conservato,
Della dalia
Il profumo,
Di Dio, l'assenza.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Come non rimenere colpiti dalla grecità di codesto breve componimento?

Un quesito: perché le virgole dopo "dalia" e "Dio" nell'ultimissimi versi?

Ad maiora
Cyd

Anonimo ha detto...

Rettifica di refuso:

è ovviamente da intedersi "negli" ultimissimi versi
cyd

Anonimo ha detto...

La ringrazio Cyd per avermi fatto notare un refuso...dopo "dalia" la virgola non deve esserci.
La ringrazio altresì per i complimenti e l'attenzione.

Anonimo ha detto...

ottimo. il giffuri, superata la modestia, sta iniziando a scrivere con la mano destra.