Dal monolocale (secondo movimento)
di Norberto Giffuri
Sopra la città spoglia
Delle voci, dei gesti umani
Agosto si para innanzi
Immenso
Vuoto.
In questo spazio nudo
Non trova il mio pensiero
Un viso amico
Una sonata concertata
Una pellicola
Una vaghezza
Dove posarsi e sublimare.
Dunque fa la spola
Tra la coscienza e il cuscino
Sopra la citta muta
Si veste d’abitudine.
4 commenti:
Mi ricorda un certo modernismo, quello separato e claustrofobico di Pessoa, ad esempio.
io non so a chi somiglia però mi piace e ci ritrovo la mia angoscia.
E' bella, però se te devo dì tutta la verità, a me me ricorda tanto Vverdone che ad agosta nun trova nessuno con cui annarsene in polonia, perchè sulla rubrica dell'agenda c'ha scritto soltanto Stadio Olimpico, Olmipico Stadio.
Roooar! Io un giorno così sarei andato allo zoo, a trovare mio cugino Lion King. Noi felini la malinconia la scacciamo con la carne fresca. Bella storia comunque. Un saluto.
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