Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

lunedì 8 gennaio 2007

Colloqui alpestri

di Norberto Giffuri

Scendo alla capanna. Dieci minuti scarsi di sentiero, se affrontati di buona lena. Il comignolo sprizza gioiosi sbuffi di fumo grigio. Forse i miei compari si sono dati da fare. In effetti, quando apro la porta vetrata della baita, una benevole ondata di tepore mi cinge in un caloroso(naturale!) abbraccio. Due tavoli accostati ad una parete, cassapanche e sedie a perimetrarli, una stufa a legna in fondo…sulla destra dei letti a castello e una scala per raggiungere la soffitta. Accanto alla porta i fornelli, una bombola di gas panciuta, la dispensa abitata da innumerevoli barattoli e un armadio di lamiera riempito di coperte(presagio di una notte gelida?).
Entro nel bel mezzo di un discorso.
“Ma è vera 'sta storia?”
“Così mi hanno riferito…poi sai, le voci girano e il tutto viene romanzato...”
“Di che storia state parlando?”
“E tu dov’eri? Hai detto che stavi via cinque minuti.”
“Niente, sono stato al McDonald qua sopra, vicino al ghiacciaio...l’hanno aperto recentemente...nuova politica di marketing, da indagini di mercato risulta che gli alpinisti sono assai affamati.”
“Bene bene...dopo ci andiamo. Comunque. Brevemente ti riassumo la storia..allora, metropolitana linea gialla, non so quale stazione, poco importa. Due operai stanno facendo manutenzione. Gira che ti rigira nel tunnel non ti trovano un cadavere, e mica fresco peraltro! Soliti tentativi di identificazione e controlli di routine. Vengono visionate le registrazioni delle telecamere a circuito chiuso…e salta fuori che due o tre giorni prima, stazione semideserta, ci stanno solo una vecchia signora e un giovane straniero, arriva il treno e truc! il tizio si butta sotto. La signora, che è lì a cinque metri, finta di niente, sale sul metrò e se ne va.”
“Mmm triste. Ma mi puzza di leggenda metropolitana…termine calzante in questo caso, vista la dinamica e lo scenario della vicenda..”
“Mi pare impossibile che il macchinista non abbia visto un tizio sfracellarsi sotto la sua cabina..”
“Magari si era appiattito nell’ombra un attimo prima..oppure la linea è automatizzata.”
“Ti stai arrampicando sugli specchi.”
“…comunque..che si mangia?”
“Ma non eri stato al fast food?”
“Sì, ma non ho mangiato…ho solo usufruito del cesso…sono così puliti!”
“Io direi, pasta al sugo, mais saltato in padella con burro e infine formaggi vari.”
“Ok..al lavoro, dunque.”
Esco a procacciarmi l’acqua per la pasta. Senza giaccone il freddo è pungente. Non parliamo poi dell’acqua della fontanella, gela le mani all’istante. E pensare che domani mi ci laverò la faccia.
La notte ha conquistato la valle, cominciando dai piedi, su per i fianchi rocciosi, fino alle vette incappucciate di neve. Notte senza luna, nubi minacciano le stelle.
L’occhio, seppur in grado di setacciare una vasta porzione di terra, favorito com’è dalla quota altimetrica, non scova nemmeno una luce, non un fioco segnale di civiltà, un guizzo di elettricità, non faro di automobile, o lampeggiante di jumbo jet, non fasci di torce, chiarore di fuochi e nemmanco lampeggiare di lucciole o di semafori. Nonostante il buio, si manifesta l’imponenza del paesaggio alpino: i profili di roccia, il limitar dei boschi, il bianco alone dei ghiacciai, metafore dell’immortalità. Ancora una volta mi ritrovo a guardare il sempiterno dallo spioncino della contingenza.
(continua...)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa parte mi è piaciuta un sacco. Assolutamente reale.
L'unica pecca: aver spiegato l'uso dell'espressione "leggenda metropolitana". Forse non era una battuta ma il risultato è questo, ossia un tizio che spiega le proprie battute.
Cmq, la scelta delle parole è davvero ben riuscita. Per adesso è il racconto che preferisco!

Anonimo ha detto...

..nella conversazione spesso le battute vengono sottolineate con una particolare inflessione vocale o una smorfia..a volte vengono "spiegate" per sincerarsi che il proprio uditore le abbia colte..

...nel caso in questione visto che il medium è il testo scritto ho deciso di mimare l'oralità inserendo una considerazione nel personaggio...