Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

venerdì 16 novembre 2007

L'uomo sul trampolino (ultima parte)

di Tobia Deruna

Il suo corpo è più rilassato, i lineamenti del suo volto meno rigido. L’uomo sul trampolino ritorna alla sua apatia.
L’aria è smossa lentamente dai moscerini. L’uomo sul trampolino riprende ad aspettare. I minuti, forse ore, forse giorni riprendono a trascorre lenti, senza fretta…
Di colpo nuovamente l’uomo sul trampolino si ridesta dal suo torpore. E’ preso da un sospetto tremendo. Corre verso la punta del trampolino. Il suo sguardo si getta verso il basso, verso il vuoto.
La piscina e la sua acqua laggiù ora sono lontanissime, quasi invisibili. I volti del pubblico sono puntini indistinguibili. Quanto si è alzato il trampolino, mentre lui aspettava? Quanto si è allontanato da laggiù, dall’acqua placida e calma della piscina?
Quanto si è allungato il vuoto che lo separa dal resto del mondo mentre lui aspettava, rifiatando, minuti, forse ore, forse giorni? Riuscirà più l’uomo sul trampolino a gettarsi, a buttarsi nel vuoto, a superare quella paura che più il tempo passa e più si dilata?
L’uomo sul trampolino e là fermo sul trampolino e domande come queste affollano la sua testa.
Vorrebbe saltare ma un enorme paura lo blocca e quindi lui aspetta. Aspetta silenzioso minuti, ore, forse giorni…


Nessuno sa se l’uomo sul trampolino si sia mai gettato nel vuoto. Nessuno lo ha più visto quando le nubi hanno incominciato ad avvolgere il trampolino.

Fine

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