Il giudice sul mulo Periodico perenne di linguaggi letterari.

venerdì 5 ottobre 2007

Quakers - seconda parte

di Norberto Giffuri


Cinque minuti più tardi accostò l'auto davanti ad un ristorante. L'insegna al neon occhieggiava aggrappata ad un balcone. Vi posso assicurare che splendeva di una luce arancione cristallina e non certo di quel giallo opaco che lui, il ciucco, vedeva. E posso aggiungere che per il tragitto marciapiede-porta del ristorante solitamente occorrono molto meno di tre minuti..ma ora non pretendete che un siffatto giovane Bacco possa essere un centometrista sbronzo...accontentatevi di osservarlo mentre barcolla sui tre miseri scalini che lo separano dal terrazzo esterno...eccolo appoggiarsi con la delicatezza di una colata lavica alla ringhiera...e bradipamente issarsi verso la soletta, poi adagio, cauto, impegnato nella circumnavigazione di un tavolo e quattro sedie...una pausa di riflessione...altri 2 passi e una scritta sul vetro della porta: “chiuso”.

Si sedette con la schiena contro il muro. Il terrazzo girava, girava...e la lanterna di ferro battuto ballava la mazurca.


Si svegliò. Era ancora notte. Notte fonda. Lui non sapeva di aver dormito dieci minuti scarsi. Ma lo immaginò. Una falena incarognita batteva la testa contro l'insegna. Ronzava e sbatteva. Sbatteva e ronzava. Era un'immagine significativa che riassumeva una parte della sua esistenza....ma lui non afferrò al momento...lo capì solo in seguito......ma ora non mi va proprio di raccontarvelo.

Restiamo alla situazione ristorante. S'alzò non senza affanno. Proseguì in una direzione aleatoria, che fu questa volta pressapoco quella da sud-ovest verso nord-est. Le sue intenzioni deambulatorie cozzarono contro un muro. Un muro di pietra di una via stretta, quasi una scalinata, che scendeva verso il lago. Scese pure lui. Scivolò sotto un portico col soffitto a volta. Il buio giocò ad avvolgerlo in una coltre nera. Si fermò ad ascoltare il respiro regolare del lago e lo confrontò col suo, molto meno ordinato. Avanzò a passi tardi e lenti. Il molo si rivelò nella luce argentea della luna. Uno spiazzo d'erba affacciato sul lago, un parapetto di sasso e sulla destra una scaletta verso gli attracchi delle barche. Soltanto questo? No.

(continua)

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